Da località Ciani alla Cima Rosetta con un bel percorso ad anello.
Accesso: Morbegno-->Rasura-->Località Ciani
Dislivello: 850m
Tempo: 5 ore
Partenza: Parcheggio Ciani (1300m)
Arrivo: Cima Rosetta (2150 m)

Segui l'itinerario su Google Earth
La partenza per la cima Rosetta ha il
sapore della vera montagna, con un sentiero stretto e roccioso, che
si inerpica in salita per il bosco, tra aghi di pino profumati e
piante di mirtillo che fanno capolino tra ciuffi d'erba.
Si sale e si
prende quota fino a quando la stradina spiana e lascia spazio a una
prima vista sulla bassa val Gerola. Si prosegue costeggiando la
valle, attraversando senza difficoltà un ruscello canterino e
inerpicandosi di nuovo fino a raggiungere le prime baite.
Fresche
acque sgorgano da una fontana di pietra: la valle ne è piena,
refrigerio continuo per chi cammina. Proprio poco oltre le
abitazioni, un orbettino lungo lungo e affusolato ci cede il passo,
nascondendosi nella selva di erba alta.
E pochi metri più in
là un piccolo Bambi occhieggia smarrito verso di noi per poi
tuffarsi in una corsa perdifiato per allontanarsi dagli ospiti di
passaggio sul suo territorio.
Dal sentiero che sale tra il bosco e il
paesaggio che imponente si affaccia all'orizzonte fino al pizzo Tre
Signori, si arriva in alto, sui prati, e lì l'orizzonte si
amplia sull'altro versante, verso le montagne svizzere.
Ci prediamo
il tempo di allargare lo sguardo verso punti lontani, la Val Gerola
ci piace perchè è ampia e dà una panoramica
inconsueta della Valtellina abitata e di quella aspra del Disgrazia,
della val Chiavenna ma anche delle Orobie bergamasche. Incontriamo un
gruppo di amici che mangiano polenta e missoltini dal profumo
inconfondibile di lago. Ce ne offrono ma decliniamo l'invito memori
del sapore salato che lasciano in bocca e della conseguente sete che
guasterebbe l'arrivo in cima alla Rosetta. Proseguiamo sui prati,
lasciando a tratti il sentiero per abbreviare la strada fino ad
arrivare in prossimità della salita verso il lago , tappa
per la sosta pranzo.
La salita è agevole, sarà la fame
ma in poco meno di mezz'ora percorriamo un lungo tratto di strada.
Diego s'addormenta nel suo caddy e arriviamo sulle rive del laghetto
alpino alle due del pomeriggio, mentre grigi nuvoloni si addensano
all'orizzonte e sopra di noi e fanno un presagire un temporale che,
fortunatamente, non verrà.
Prosciutti e formaggi valtellinesi
ci ridanno la carica, stiamo un po' in silenzio ad osservare
l'incresparsi delle acque del lago, il colore metallico che riflette
le nubi e a chiacchierare con un'altra coppia che ha una bimba
piccola quanto il nostro.
Decidiamo di salire fino in cima, il
sentiero ha una bella pendenza, che sale senza spezzare troppo le
gambe e senza togliere il fiato. Ci chiediamo, una volta arrivati se
sia davvero la cima perchè ci sembra che la passeggiata sia
stata poco faticosa. 
Sulla vetta una croce, un libro con le dediche e
una serie di fotografie di appassionati di montagna che, per questo
amore, hanno dato la vita. Ritorna il sole, Diego si sveglia e anche
lui è contento dello spettacolo: è la sua prima vetta e
sembra proprio divertito. Si vede l'Adda che scorre e in alto la
corona di montagne alpine e bergamasche.
Purtroppo l'estasi del
momento è guastata dai rumori dei motocross che raggiungono
quasi la cima. Decidiamo di scendere per il sentiero ripido, fino a
percorrere un giro ad anello che ci riporterà alla macchina.
Nei prati genziane e rododendri, il sentiero è una striscia
bianca che si perde nella discesa ripida. Ci impieghiamo molto fino
ad arrivare ad una fontana presso il bar Bianco. Ancora una manciata
di tornanti e , con Diego che canta, arriviamo a casa.